DOMENICA

19/11/2011

anche a legnano

in bici

se il sindaco non vuole bloccare il traffico inquinante

decidiamolo noi

 

 


Settembre sostenibile

3/09/2008

In vista della Settimana Europea Della Mobilità, Sostenibile, aggiungiamo noi, sembra interessante un’analisi apparsa su il Manifesto della scorsa domenica.

ENERGIA

Nucleare e rinnovabile a confronto

Massimo Serafini 

Non c’è nessuna speranza che le granitiche convinzioni nucleariste del nostro governo siano scosse dalla fuga radioattiva sprigionatasi dall’istituto di radioelementi di Fleures, a pochi chilometri da Bruxelles. L’auspicio è che questo incidente, che solo apparentemente non ha nulla a che vedere con la questione del programmato ritorno dell’Italia al nucleare, incrini un po’ le certezze che, una campagna di stampa velinara sul nucleare, ha seminato nell’opinione pubblica: quelle di poter avere con pochi rischi tanta energia a poco prezzo e che per giunta non altera il clima.
Motivi per riflettere questo incidente ne offre molti.
Sicuramente fa capire la dimensione reale del rischio che una popolazione corre in caso di perdite radioattive. Spiega anche quanto la scelta nucleare riduca la libertà delle persone, perché la maggior sicurezza di questi impianti è il prodotto di una crescente militarizzazione del territorio. Insomma, per farla breve, la tecnologia nucleare per essere gestita necessita di dosi crescenti di autoritarismo e di una scarsa diffusione delle informazioni.
Chi sostiene che è un prezzo che vale la pena di pagare perché ci libera dal petrolio dandoci un’energia che non altera il clima mente sapendo di mentire. Non vale la pena di essere meno liberi e decisamente più insicuri per una scelta che non risolve né la questione energetica né quella climatica. Perché vivere, chiedo, una normalità da caserma e un’eccezionalità in caso di incidente fatta di restrizioni addirittura su ciò che si mangia e beve, se il contributo alla riduzione dei gas serra che il nucleare garantisce è modesto perché elimina solo la piccola parte di emissioni che si producono per fare elettricità, più o meno il 15% dei nostri consumi energetici. E ancora, perché vivere con regole militari se dalla schiavitù di una fonte non rinnovabile come il petrolio si passa a quella dell’uranio altrettanto scarsa, non rinnovabile e inesistente in Italia? Sarebbe interessante produrre e diffondere nei territori un video che mettesse a confronto come si svolge la vita delle persone in due territori, uno dei quali si procura l’energia necessaria da una centrale nucleare e l’altro invece da tetti solari, pale eoliche, salti dei fiumi e scarti dei boschi e dell’agricoltura. Il primo trasmetterebbe immagini di controlli, divieti, zone inaccessibili e narrerebbe la costante paura delle persone di fughe radioattive. Il secondo non potrebbe che raccontare di un modo di procurarsi energia senza rischi e soprattutto dove ognuno può essere insieme produttore e consumatore, in poche parole narra di democrazia, controllo sociale e rinnovabilità. Ma la vera ragione per cui i poteri forti scelgono il nucleare o il fossile è che sono fonti facilmente monopolizzabili che danno quindi a chi le controlla potere e ricchezza.
Sole, vento e più in generale le rinnovabili sono di tutti e tutti le possono controllare e usare. Il loro limite quindi è che, in una società come questa, oltre a fornire i servizi energetici per la comunità non producono potere né profitti.


Un’occasione persa

3/03/2008

domeniche-senzauto.jpg

Ieri bellissima giornata, clima estivo, domenica, eppure, attraversando il centro di Legnano, si vedevano pochissime biciclette, e persone a piedi giusto nelle vie chiuse al traffico. Alla messa, ad acquistare il giornale, nella bella piazza, i legnanesi vanno in auto. Si ha l’impressione che il nuovo luogo di aggregazione, l’agorà, nel Marzo 2008, si il parcheggio. “Ci troviamo al solito posto [B-67]”.

D’altronde in Regione Lombardia, la scorsa settimana, i nostri rappresentanti hanno bocciato l’ipotesi, solo balenata, di nuove domeniche senz’auto. Il provvedimento rientrava nella riflessione sull’emergenza inquinamento, ma pur da posizioni distanti la convergenza è avvenuta sul niet. Sofferto per chi, convinto che l’emergenza sia reale, se n’è accorto un po’ in ritardo, e non riteneva possibile una comunicazione e supporti alla mobilità sufficientemente efficaci. Convinto per chi non crede siano risolutive, e che invece servano provvedimenti strutturali, seri, stabili, s, s, s.

E pensare che facendo una ricerca con google si trovano soprattutto bilanci positivi delle esperienze degli anni scorsi.

Ma forse chi decide non si è ben reso conto che abbiamo nuovamente bisogno di essere educati. Educati a muovere tutto il nostro corpo per spostarci. Educati al rispetto di noi stessi, dei nostri polmoni, di quelli di nostri figli, dei nostri nemici. Al piacere di non dover mediare con una, per quanto confrtevole, scatola di metallo, per vivere la nostra libertà.


Legnano, città delle bicilette

11/02/2008

Mi capitava da piccolo, in vacanza, quando dicevo di essere legnanese, che mi si rispondesse “ah si Legnano sabbie d’oro!” ed in seconda battuta, “… quella delle biciclette”.

In realtà, sfumato il ricordo delle imprese di Bartali e Coppi, con la motorizzazione della nazione, ben presto le biciclette Legnano non vennero più prodotte in città, ed attualmente Bianchi Spa è licenziataria dello storico marchio, di proprietà di una famiglia milanese.

La nostra idea di città delle biciclette è ben lontana dall’attuale realtà legnanese. Serpentoni di automobili attraversano ed intasano il centro cittadino e le vie perimetrali ogni mattina, il sabato pomeriggio ed all’ora del rientro a casa. Si incontrano regolarmente auto in doppia fila di fronte ai tabaccai. Anche nella nostra zona i ciclisti sono vittime di incidenti mortali. Le piste ciclabili sono inadeguate. E la qualità dell’aria è pessima, come in tutta l’area del Sempione, ne siamo certi, pur non esistendo in città una sola centralina in grado di rilevare le famigerate polveri sottili e sottilissime….

Siamo convinti che un utilizzo diffuso della bicicletta sia la risposta moderna all’emergenza in atto, che sia il futuro, e che l’amministarazione della città debba attuare un piano serio di incentivazione ed educazione, realizzando quanto prima un programma serio di interventi. Per questo motivo stiamo raccogliendo i suggerimenti dei ciclisti legnanesi, che potrete fornire commentando questo articolo.

PS:::: A Milano, a più di un’anno dall’insediamento della nuova giunta, è stato finalmente presentato il Piano della Mobilità Ciclistica, ne trovare una sintesi sull’ultimo numero del Notiziario Ciclobby.


“Ciclista, ignaro del codice della strada, urta un hummer e fa strage di vaiasse”

14/05/2007

Il pensiero del giorno, giusto per sdrammatizzare di fronte al pensiero unico moderno, che sembrerebbe sempre di più il dominante anche nel legnanese. A proposito linko il Giornale che pubblica una lettera certamente condivisa da chi dispensa insulti all’indirizzo della massa.

+bici +ossigeno