Oggetto: Pam Parco Ticino investimento da buttare?

28/09/2010

E’ forse la pista cercavamo da mesi e che non trovavamo? che abbiamo percorso per caso a tratti tra i rifiuti e le buche? per cui il comune di Legnano vorrebbe investire i denari ottenuti con il progetto EXPO DEI TERRITORI? matti ce la racconta.

Che possa essere meglio seguire il tragitto intercomunale testato un anno fa da RiCiclO?

Nel sito del PAM è possibile informarsi sul corridoio ecologico di collegamento fra il Parco Alto Milanese stesso ed il Parco Lombardo del Ticino.
Per chi dopo avere visionato all’interno del sito del Parco il progetto dell’opera e da esso invogliato volesse percorrerne il tratto fino a Buscate come successo al sottoscritto potrebbe constatare di persona la differenza tra gli intenti contenuti nell’esposizione del progetto e la realtà.
Lo stato in cui versa il “corridoio” senza essere ancora considerabile critico a mio giudizio consiglia una particolare attenzione nella gestione dello stesso.
Se alcuni accorgimenti negli attraversamenti in prossimità delle strade che esso incrocia potrebbero aumentarne la sicurezza e risentono delle problematiche generali del raccordare una pista ciclabile al tessuto viario esistente, i problemi maggiori riguardano il sentiero.
Delle opere di sistemazione e riqualificazione auspicate  e lette nel progetto poco si nota in quanto l’attenzione di chi lo percorre viene catalizzata dal degrado ( a cui non è nuova la zona visto le segnalazioni apparse sulla stampa in tempi e frequenze ben evidenziate)dovuto a scarichi di materiali vari soprattutto di pericolose quantità di amianto.
Non solo, la quantità del volume di  essi cambia da una visita all’altra….Tutto questo a fronte di altri non trascurabili problemi.In primis i vandalismi (o la mancata manutenzione?)che hanno colpito gli accessori  di supporto “didattico”al sentiero, la percorrenza dello stesso a volte semiostruita dagli stessi materiali di cui sopra,alcune percorrenze con mezzi a motore che poco hanno a che vedere con un sentiero ciclopedonale.
Eppure l’investimento è consistente per un percorso di sette-otto chilometri.Il cartello con le indicazioni di legge che riporto all’interno di una personale galleria fotografica descrive l’ammontare dei lavori nel tratto pari a oltre 150000 euro, dal quale può desumersi lo stupore dello scrivente nel valutare come sia scarsa o a essere buoni “insufficiente” la progettualità correlata all’opera.
Chiaramente esistono zone dove una pista ciclabile oltre che piacevole nella percorrenza lo è anche perché paesaggisticamente ben locata.Il successo (che ho veduto di persona) della pista ciclabile costeggiante il lago di Varese, o sia pure in maniera minore ma non trascurabile della Castellanza-Torba(del medio-Olona) è sicuramente favorito dalla cornice in cui inserita.
Penso che-dove i panorami non sono così apprezzabili, come nella nostra zona- valorizzazione importante che si possa fornire sia la promozione di essi e le opere correlate (come il sentiero) con iniziative mirate.Sarò disattento, ma del citato corridoio ecologico sapevo poco, neppure dell’inaugurazione(se avvenuta)mi informerò meglio.
Ma prima ancora di domandarmi se esiste una visione della viabilità ciclabile nella quale inserire il corridoio mi chiedo se il passo importante e fondamentale sia ricominciare dall’ABC con una maggiore presenza sul territorio, un controllo più accurato e frequente, e normative più rigide.
Cliccando all’interno del blog
http://cosdamatti.blogspot.com/
è possibile visionare alla voce:PAM-Parco Ticino le foto corredate da un testo che provano lo stato di tale opera., sperando che la segnalazione (come avvenuta nei tempi e modi dovuti/potuti dal sottoscritto alle autorità, ad oggi comuni di Dairago,Busto A. Magnago) sia interpretata nel giusto modo di sprone a sensibilizzazione in quello che potrebbe essere un punto di forza della nostra zona.
Massimiliano Materazzi


Ciclomundi

19/09/2010

al festival nazionale del viaggio in bicicletta ci si può arrivare a pedali, da milano si parte mercoledì.

Approfondimenti su lastazionedellebiciclette.com, contatti con elena.massarenti@wildtrack.it


A teatro con Fiab CICLOBBY

15/09/2010

“Umberto Dei – Biografia non autorizzata di una bicicletta”

Tratto da un libro presentato la scorsa estate, la mitica bicicletta è solo il filo conduttore di vite diverse che convergono.

Domenica 19 settembre 2010 – ore 20.30, BICICLETTE Racconto teatralmusicale, Teatro Rosetum – via Pisanello 1 – Milano, Biglietti: 10 euro – studenti 5 euro. Per informazioni e prevendita: FIAB Ciclobby tel. 02.6931.1624 (da martedì e venerdì ore 17 – 19, sabato 10.30 – 12.00) segreteria@ciclobby.itwww.ciclobby.it


a B C cletta

5/09/2010

contro la crisi

aggiungiamola vah al decalogo di Sbilanciamoci!

Le 10 proposte di Sbilanciamoci! contro il declino dell’Italia

1) Tassa patrimoniale del 5 per 1.000 sui patrimoni oltre i 5 milioni di euro. Questo prelievo, insieme all’armonizzazione dell’imposizione fiscale sulle rendite fiscali al 23%, all’accentuazione della progressività fiscale e ad alcune “tasse di scopo”, potrebbe portare nelle casse pubbliche oltre 15 miliardi di euro (10 dalla patrimoniale). Sì alla campagna internazionale che promuove la tassa dello 0,05% sulle transazioni finanziarie.

2) Soppressione del programma per la costruzione di 131 cacciabombardieri F35 (costo pluriennale di 16 miliardi), riduzione dell’organico delle Forze Armate (da 190mila a 120mila unità), integrazione europea delle forze di sicurezza, soppressione di altri sistemi d’arma. Queste misure nel 2011 farebbero risparmiare 7 miliardi.

3) Introdurre l’open source nella Pubblica Amministrazione. I due miliardi risparmiati potrebbero essere investiti per la diffusione dell’informatica in ogni campo sociale.

4) Cancellare il Ponte sullo Stretto e le grandi opere (risparmio di 1,5 miliardi nel 2011).

5) Mettere all’asta le frequenze del digitale terrestre. Lo Stato incasserebbe così 4,5 miliardi.

6) Protezione di precari e disoccupati. Estensione degli ammortizzatori sociali previsti per i lavoratori a tempo indeterminato anche ai precari e a chi non ha un impiego. Reddito sociale di 700 euro mensili per i disoccupati. Più asili nido, assistenza domiciliare e misure di inclusione per gli immigrati. Il costo di queste misure per il 2011 è di 6 miliardi. Depenalizzare le condotte che non ledono beni costituzionalmente protetti e lo status di immigrato irregolare. Decriminalizzare la vita dei consumatori di droghe. Le risorse liberate potrebbero essere usate per progetti di inclusione sociale.

7) Energie pulite e mobilità sostenibile. Piano di sviluppo delle imprese attive nel fotovoltaico (Almeno 1 milione di nuovi pannelli nel 2011) e delle produzioni e dei consumi che incrementano la diffusione delle energie rinnovabili. Piano nazionale per il trasporto pubblico locale che abbia l’obiettivo di ridurre le emissioni climalteranti: 1.000 nuovi treni per i pendolari, city manager e car sharing in almeno 30 città italiane di grande e media dimensione. L’onere di queste misure è di 4 miliardi.

8) Interventi per la crescita dell’offerta formativa e per il diritto allo studio, ripensamento della didattica, promozione della partecipazione attiva degli studenti all’interno dei luoghi del sapere, stanziamenti per la ricerca in linea con gli standard europei. Servono almeno 4 miliardi per far fronte all’emergenza istruzione.

9) L’Italia non ha bisogno di grandi opere ma di piccole opere: riassetto idrogeologico del territorio, messa in sicurezza delle scuole, preservazione di coste e beni paesaggistici, manutenzione del sistema idrico, soprattutto nel Mezzogiorno, sistemazione di numerosi piccoli centri, in prevalenza montani. Investimenti per 9 miliardi nelle piccole opere.

10) L’Italia ha bisogno di un’altra e di una nuova economia: sviluppo locale e filiera corta in agricoltura, produzioni e consumi di qualità, che siano socialmente ed ecologicamente sostenibili. Agricoltura biologica, economia solidale e di prossimità, innovazione e ricerca, gruppi di acquisto solidale, incentivi alle imprese che promuovono le forme di economia sostenibile. Servono almeno 3 miliardi di euro da investire nella direzione di un nuovo modello di sviluppo e da destinare alla lotta contro la povertà. Con le risorse disponibili presso la Cassa Depositi e Prestiti si crei una banca di investimenti pubblici per favorire in “green deal” nel nostro paese. Questo è anche un modo per ridare al settore pubblico un ruolo centrale nella finanza e nel sostegno all’economia reale.

Cambiare le produzioni, cambiare i consumi. Riconversione dell’industria automobilistica
“In questa fase storica l’industria automobilistica è in difficoltà, si calcola che le fabbriche di auto facciano i conti con una sovrapproduzione del 30-40% che il mercato non riesce ad assorbire. – afferma l’economista ambientale Guido Viale, intervenuto nella sessione pomeridiana del forum, intitolata “Cambiare le produzioni, cambiare i consumi” – Va da sè che un simile squilibrio non si risolve all’interno di un singolo gruppo, ma necessità di politiche più ampie. E’ evidente che le grandi aziende dell’auto per salvare i propri livelli occupazionali debbano optare per una  conversione industriale e destinare quella parte del loro potenziale produttivo che il mercato non accoglie più verso nuove forme di consumo. Alcuni esempi? Forme di trasporto condiviso come il car pooling, il car sharing e i taxi a chiamata. Inoltre, le conoscenze motoristiche di un’azienda come Fiat potrebbero essere usate per realizzare impianti di cogenerazione energetica, idonei a riscaldare e raffreddare gli edifici e a produrre energia elettrica, motori per pale eoliche e altre tecnologie verdi. La stessa Volkswagen, che pure vanta una posizione di mercato migliore rispetto a quella di Fiat, ha deciso di realizzare 100.000 impianti di cogenerazione energetica per coprire i vuoti produttivi”.

La civiltà dell’auto, e di conseguenza l’organizzazione sociale e delle città che abbiamo visto negli ultimi decenni, attraversa una fase di declino – sostiene Francesco Garibaldo, sociologo industriale, già direttore dell’Ires –. Tuttavia la risposta al cambiamento va pensata in modo diverso in base al luogo in cui ci si trova. I centri storici di quasi tutte le città italiane sono adatti a essere percorsi senza automobile, a piedi, in bicicletta o con scale mobili o tapis roulant, come avviene nei grandi magazzini o in altri spazi simili. Basti pensare che l’aeroporto di Francoforte, all’interno del quale nessuno circola in auto, è più grande del centro storico di Bologna. E’ ovvio, però, che in molti altri casi l’automobile resta un mezzo di trasporto assai prezioso, se non indispensabile, per portarci da un luogo all’altro”.

10B) usare la bicicletta ogni giorno negli spostamenti urbabni, e se si hanno le palle, il giacchettino fosforescente e le gambe, anche negli extraurbani, tipo da Legnano a Milano o al Ticino